Monday, July 16, 2012

Ottimismo e anarcosocialismo reale a Provaglio Valsabbia

Ho già raccontato di Peppino in un post precedente.

Qualche giorno fa viene a trovarmi e mi dice che un suo amico ha una costa piena di spini da ripulire. Gli ha chiesto di portare le sue pecore per svolgere il lavoro. Il buon Peppino suggerisce invece all'amico Geppe di impiegare le mie capre, perchè il "broc" ovvero la crescita del giovane bosco che sta crescendo là è roba per capre e non pecore, ed io sono a due passi, mentre le sue pecore sono in fondo alla via Canale, a 4km di distanza.
Guardo Peppino un po' interdetto: "Cosa mi frega di portarle a ripulire la boscaglia del Geppe, qui ci sono ettari di bosco in tutte le direzioni, non mi serve". Peppino mi dice di seguirlo e non preoccuparmi, che visto il posto capirò.

"Tu digli sempre di sì e stai zitto, lascia parlare me che quello è originale", mi ordina. Va bene, mi dico, non posso contraddirlo, andiamo a vedere.

Sono due o trecento metri di distanza da me, due passi. Passiamo per il bosco, una radura, poi un prato si apre davanti. Recintato, sarà un ettaro e mezzo. E in fondo c'è una bella baracchina in cui ripararsi quando piove. Ci sono due vasche da bagno, per l'acqua.
Il recinto necessita di qualche riparazione, ma tutto sommato è ancora passabile. Geppe ci teneva 50 pecore. "Stai zitto che te lo faccio prendere", mi dice Peppino.

In effetti il Geppe è ragionevole e amichevole, e in cinque minuti ci si accorda sull'uso che potrò fare del suo recinto, in pratica e' come fosse mio eccetto in settembre quando lui e il fratello sparano dal capanno, allora sara' meglio non tenerci le mie bestiole. Poi dovrò anche sfalciare il pezzo di prato e la piana. Caspita, penso, questo ha un sacco di posto a due passi da me e non se ne fa nulla, ed è disposto ad affidarmelo.

Dopo quelli che mi hanno appena affibbiato alle Piazze, eccone un altro.

Da qui è partita una riflessione su quello che (mi) sta succedendo in Canale: indipendentemente dalla proprietà dei terreni, essi vengono coltivati da chi può farlo, chi ne ha voglia, con o senza attrezzature. Quelle le mette chi le ha, io taglio, lui imballa, l'altro volta, il proprietario... boh. Tutto è a prestito. Nulla e' registrato, e' tutto sulla parola. E i lavori vengono assegnati su basi fiduciarie.

Fermi tutti.

La terra, qui, va a chi la lavora. Orpo! Roba zapatista, mi ricorda quando da bambino guardavo i film spaghetti western e in uno sulla rivoluzione messicana, sentii quello slogan, "la terra è di chi la lavora", una frase, un concetto rivoluzionario e socialista che m'è rimasto in testa fino ad oggi e che sicuramente mi ha influenzato!

E ce n'è ancora! Ci sono l'autorganizzazione del lavoro e la redistribuzione dei terreni, assegnati ancora sulla fiducia, da ciascuno secondo le proprie disponibilità, a ciascuno secondo le proprie necessità. Altro slogan, e anche questo è socialismo, anarcosocialismo. E non solo i terreni, adesso m'e' arrivato un fienile e una stalla, grossi, saranno 3-400mq di roba che posso usare cosi', se mi serve, finche' mi serve. Incredibile!

C'è, in Canal, addirittura l'isolamento sociale dei soggetti indesiderati (ladri). La comunità stessa che supera la necessità delle pene e della coercizione punitiva. Orpo. Ancora anarchia, ancora socialismo. Difatti, a Provaglio non ci sono forze dell'ordine.

Incredibile.
Socialismo reale a Provaglio Valsabbia. Anarchia.

Tutto vero e funzionante, davanti ai miei occhi, sotto al mio naso. In pieno occidente capitalista, Italia, 2012.

E per poco, quasi quasi, se non stavo attento, non me ne accorgevo.

C'è speranza per il mondo.

Allegria!

2 comments:

  1. ma dai.....?

    pazzesco sei l'uomo delle mille sorprese!

    devo tornare su da te!

    ReplyDelete
  2. Io? Le sorprese me le fa Provaglio, io mi limito ad osservare. :-)

    ReplyDelete