Tuesday, February 14, 2012

Galline Valdarno

Il mio primo post.

Eccolo qua.



Una panoramica interna del pollaio: sono visibili galline Valdarno di 10, 9 e 8 mesi.

Volevo allevare galline di tipo italiano/mediterraneo perchè (gusti personali) sono proporzionate, eleganti e vivaci. M'ero innamorato delle Livorno, le galline italiane per eccellenza, ma le selezioni da capannone degli ultimi anni hanno portato a una razza molto selvatica e decisamente antipatica. Me l'avevano detto, non ci credevo, ne ho avuto la conferma. Tengo ancora una Livornese (Leghorn) bianca ed una ISA come riferimento, siccome sono "macchine" da uova che raramente perdono un giorno, ma ho deciso di dedicarmi alle Valdarno. Volevo rendermi utile nella mia opera agricola, allevando una razza poco diffusa o a rischio estinzione, magari autoctona, ma purtroppo di galline bresciane non c'è l'ombra. Forse c'erano, una volta, ormai il mercato è tutto degli ibridi commerciali, broiler collo nudo e Isa su tutte. Galline non riproducibili con esattezza, perchè frutto di incroci selezionati (e brevettati) tra 5, 6 o più razze. Non sono riproducibili per questo motivo. Bella cosa, direte. Già.
Insomma le galline bresciane non ci sono, allora cercando pollame italiano, magari a rischio, magari di portamento e proporzioni mediterranee, quindi uova bianche, orecchione bianco, animali molto rustici e adatti a vivere nel bosco... e se fosse anche tutto nero, perfettamente mimetizzato nel sottobosco? E magari un po' più grande delle Livorno, che è quasi una nana, tanto è piccola, ma che ne conservi le proporzioni, se possibile. Ecco la Valdarno!

La Valdarno è un pollo "da carne" o meglio a doppia attitudine, carne e uova, di tipo italiano. E' a rischio estinzione, perchè un pollo Valdarno ci mette 6 o 7 mesi a raggiungere un peso adeguato. I broiler commerciali sono pronti in 40 giorni, alcuni sono così bombati che vanno al macello in 30gg, convertendo in carne la metà del peso di cibo che viene loro somministrato. Mangiano sempre, continuamente. Una crescita mostruosa sotto ogni aspetto, tant'è che non riescono a reggersi in piedi se lasciati crescere qualche mese, cadono sotto il loro stesso peso. Una mostruosità. Galline del genere non sono adeguate per nessun tipo di allevamento "umano", secondo me. Ma sono chiaramente la scelta del 99,9% degli allevatori, che vogliono ritorni subito e che sono forzati dalle coercitive forze della concorrenza (cit.) ad inseguire il profitto a tutti i costi. Ecco i polli alla diossina, ecco l'inquinamento da pollina, ecco animali che vivono in 30x30cm. Oh no, aspettate, la UE bontà sua ha cambiato le regole, da quest'anno le gabbie saranno per legge più grandi! Già, le gabbie. Per migliorare il benessere, piuttosto che lasciarle libere, si allargano le gabbie. Bontà loro.

Le povere Valdarno sono così finite in disparte e quasi sparite, stritolate dalla concorrenza del capitale.

I pulcini di Valdarno hanno un impennamento rapidissimo, in due-tre settimane hanno già le penne e possono così svolazzare allegramente. Poi crescono lo scheletro per 4-5 mesi, infine aumenta la massa muscolare, fino a peso definitivo. Una crescita di questo tipo è perfettamente adeguata alle necessità mie, cioè un allevamento il più possibile vicino allo stato di natura, senza tante recinzioni, con le galline libere di razzolare in ettari di bosco dall'alba alla sera cibandosi di lombrichi, erbe e insetti vari, prima di rientrare autonomamente nel pollaio. La mattina c'è una apertura automatica pilotata da un crepuscolare, poi quando sono rientrate la sera, le chiudo io manualmente, le conto, e le porto l'acqua fresca.  Le uova le vanno a deporre nei nidi protetti (5) che fornisco loro, cambiando quotidianamente la paglia. Una gallina di questo tipo, allevata così, ricava addirittura il 90% del proprio fabbisogno alimentare dal pascolo, riducendo il mio apporto al minimo. In pratica fornisco gli avanzi della mia cucina e basta. Una dieta così inoltre è ricchissima di tutti quei micronutrienti che nessuna miscela commerciale potrà mai fornire. Questo aspetto ha potenti ricadute sulla salute degli animali innanzitutto, ma anche sul loro benessere psicofisico, infatti nel pollaio convivono 3 galli senza aggredirsi. Solo in caso di tempo molto inclemente; neve o pioggia forte, quando non vogliono nemmeno uscire dal pollaio, dò loro delle granaglie miste da agricoltura biologica.

Le Valdarno come tutte le galline italiane sono anche buone ovaiole, il mio nucleo di ovaiole (11 ad oggi, che vorrei durante quest'anno aumentare a 20-25) coincide con le mie riproduttrici. Le uova che consumo sono in pratica quelle che non incubo perchè magari irregolari o troppo piccole eccetera. La produzione è attorno alle 150-200 uova l'anno.

Ma torniamo alle carni della Valdarno: è opinione diffusa che si tratti del pollame italiano più gustoso in assoluto, scuro e saporitissimo, adatto a una cottura lenta in umido, almeno 2 ore meglio 3. Oppure allo spiedo, ma sempre con molta calma. Meglio non cuocerlo alla brace, troppo rapido, mentre immagino che sarà squisito affumicato. Proverò.

Allevato come lo allevo io è pari alla migliore selvaggina; fagiano, pernice eccetera. Pensate che proprio galline Valdarno sono state impiegate per rinsanguare il nobilissimo ceppo francese Bresse, l'unica gallina al mondo, finora, a meritare la DOP e che, dai macellai come ai supermercati d'oltralpe, non si trova a meno di 12-15 euro al kg. E' roba da intenditori, se non lo avevate capito. 

Personalmente devo ammettere di non essere un intenditore di pollame pregiato, però quelle che ho avuto il piacere di gustare erano deliziose, questo sì lo posso affermare.


Tacchina in cova nel nido, 1 anno. Sta covando uova di Valdarno.


Eccola spostata nella voliera dedicata alle chiocce. L'ho mossa (di notte) perchè le altre galline in deposizione la disturbavano continuamente andando a deporre sotto di lei. Poi, quando usciva dal nido per bere, mangiare o fare i bisogni, poi al ritorno si confondeva e andava spesso a covare altre uova. Ecco la necessità di isolarla per il periodo della cova. I pulcini, poi, sono molto vulnerabili fino a un mese e mezzo circa, soggetti alla predazione da parte di poiane, corvi, cani e gatti. L'anno scorso ne ho persi così ben 29, parecchi di più di quelli finiti in pentola. Allora mi sono rassegnato a dover usare la gabbia, una voliera di 3mq con casetta annessa, almeno nelle prime settimane. Se sono nelle vicinanze li lascio uscire al pascolo sotto stretta sorveglianza, la sera poi rientrano con la mamma, altrimenti è davvero meglio non rischiare, anche in pieno giorno gli attacchi sono continui, specialmente quelli aerei. 

La tacchina è di una razza leggera, adatta alla cova. Le razze pesanti hanno grossi problemi col sesso essendo troppo ciccione per accoppiarsi soddisfacentemente e, sempre a causa del peso, tendono a schiacciare le uova. La mia Pina (El Pì in bresciano è il tacchino, La Pina è la tacchina) è bravissima a covare e sta giusto entrando nella sua ultima settimana di incubazione, sabato prossimo dovrebbero nascere i pulcini. Ha sotto di sè 13 uova. Assieme alla Pina c'è una gallinella nana con cui condivide il nido e, da venerdì (ieri) ci sono 54 uova, sempre delle mie preziose Valdarno, in incubatrice. La data presunta di nascita è tra 21 giorni, il primo di Aprile. Spero di non avere pesci da segnalare. Il bello è che un'altra gallinella nana s'è inchiocciata da ieri, così le metterò altre uova sotto, 4 o 5, di più non ce ne stanno, e quando nasceranno i pulcini dell'incubatrice li affiderò tutti a lei. L'ho già fatto l'anno scorso con l'ultima incubata mia e con una di Davide e entrambe le chiocce hanno accettato gli adottivi come fossero loro. Chiaramente sto parlando della leggendaria Ciuffetta, una gallinella che l'anno scorso ha allevato 5 famiglie, accudendo i pulcini nati a novembre (col gran freddo) per ben tre mesi, mentre quelli nati in estate li seguiva per 20 giorni prima di abbandonarli. Insomma si adatta al meteo. E quando non cova depone. Una mamma chioccia come ce ne sono poche. E pensare che volevo destinarla alla padella perchè è una meticcia bruttina, piena di tutti i caratteri genetici dominanti, insomma la classica gallinella "fritto misto". Ma si sta guadagnando sul campo, con lode, il suo posto nella mia piccola fattoria. Addirittura, a ottobre, è sparita per un mesetto, per poi ripresentarsi tutta felice con una covata di suoi pulcini fatti di nascosto dal sottoscritto.

E brava Ciuffetta. Presto le dedicherò un post tutto suo.

E basta per oggi, devo andare al fienile, c'è da piantare piselli e carote.

A prest, G.

2 comments:

  1. Quasi quasi stento ad associare le parole al ricordo del Gabri che ho .... ti faccio 10000 auguri per questa bella avventura che con forza e determinazione stai vivendo.
    Ps. Proprio vero che dai diamanti non nasce niente di buono metre dal letame ..... nasce tutto !
    ciao
    Piero

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  2. Cioè sono un bel pezzo di sterco stagionato?

    Per me è un complimento, haha.

    Vieni a trovarmi desgrasiatt

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